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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
L'AVVELENAMENTO DI DUE CELEBRI INTELLETTUALI 
 
Lorenzo de' Medici detto il Magnifico fu uomo dal grande carisma che seppe ottenere l'ammirazione degli altri principi italiani proteggendo tutte le arti, ma alla sua morte nel 1492, prese il potere Piero de' Medici (1472-1503), suo primogenito, detto il Fatuo, privo del tutto di carisma e soprattutto di sensibilità politica. Possedeva un carattere arrogante ed era completamente disinteressato a qualsiasi forma di cultura per cui non ebbe buoni rapporti con gli artisti protetti dal padre. Era quello un periodo storico in cui i fiorentini scontenti dei de' Medici al potere, seguivano sempre più numerosi le prediche di Girolamo Savonarola (1452-1498), il quale non aspettava altro che una scintilla per far insorgere il popolo contro Piero. Amici di questo frate furono Angelo Poliziano (1454-1494) e Pico della Mirandola (1463-1494), due personalità molto famose per le eccezioni doti intellettuali: il primo è considerato il maggiore dei poeti del XV secolo, il secondo, filoso, umanista imparentato agli Sforza, agli Este e ai Gonzaga, veniva conosciuto in tutta Europa per la sua immensa cultura e la memoria eccezionale che gli permetteva persino di conoscere la Divina Commedia a memoria. Poliziano e Pico della Mirandola avevano stretto un soldalizio intellettuale e dopo la morte del Magnifico che li aveva apprezzati, erano diventati sostenitori del Savonarola (Pico della Mirandola ottenne da lui nei suoi ultimi giorni di vita perfino il saio di frate domenicano). Questa amicizia però Piero de' Medici la temeva parecchio perchè faceva vedere lui molto male agli occhi dei fiorentini. Le morti dei due intellettuali a poca distanza di tempo non lasciò dubbi sul mandante. I de' Medici eliminavano sempre i nemici avvelenandoli (per Pico della Mirandola ci si accorse subito che si trattava di arsenico, mentre Poliziano lo hanno provato con certezza le analisi moderne). I tentativi di Piero il Fatuo di tenersi il potere eliminando quelli che considerava pericolosi nemici,  fallirono comunque lo stesso miseramente. Nel 1494 appena morti i due intellettuali, il re di Francia Carlo VIII piegò Firenze al suo potere e l'atteggiamento di Piero considerato da tutti troppo servile, accentuò il rancore degli animi fiorentini. Era la scintilla che il Savonarola aspettava, così riuscì a far insorgere il popolo e Piero fu costretto a fuggire da Firenze. Nacque in tal modo la repubblica ispirata alle ferventi prediche del Savonarola, ma durò poco. Un altro ramo dei de'Medici prenderà presto il potere e lo terrà poi a lungo.  
Poliziano e Pico della Mirandola morirono giovani perché entrarono in un mondo politico burrascoso che vedeva la loro cultura come una immmagine decorativa in grado di abbellire qualsiasi partito. Il Fatuo temeva che la gente appoggiasse le idee politiche di chi ammirava per la sua intelligenza e certo non sbagliava, ma il suo errore fu di credere di sistemare le cose con il veleno. 
 
(FAGR 27-06-2023)
Angelo Poliziano  
Pico della Mirandola 
 
 
 
 
 
 
 
 
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