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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
UN GRANDE SCRITTORE UMORISTA 
 
Lo scrittore statunitense di origine ebrea-ucraina Sholem Aleichem (1859-1916), pseudonimo di Sholem Naumovich Rabinovic, fu autore di novelle e romanzi umoristici di grande successo in lingua yiddish, di origine tedesca-giudea, parlata da ebrei aschenaziti. Sholem scrisse la prima opera sulla vita degli ebrei in Europa orientale di grande fama: “Il violinista sul tetto”, di cui nel 1964 si fece anche un musical.  
Le sue opere venno tradotte in molte lingue soprattutto perché divertivano e si sapeva di grande presa sul pubblico. Il messaggio di questo scrittore fu sempre che bisogna vivere la vita in allegria. Come per tutti anche a lui la vita diede gioie e dolori. A quindici anni perse la madre e con la sua matrigna i rapporti non dovettero essere stati facili se scrisse un vocabolario con tutti gli epiteti con cui lei apostrofava lui e il prossimo; eppure riuscì a cogliere anche in gioventù il lato buffo dell'esistenza umana. 
Nel 1890 perse tutto il suo patrimonio a causa di una speculazione in borsa; in seguito gli fu diagnosticata la tubercolosi, malattia di cui morirà sia lui che nel 1915 l'adorato figlio Misha. Seppure la perdita di quel figlio lo avesse gettato in uno sconforto che gli impedì di sorridere ancora e da cui non si riprenderà più, desiderò comunque felicità per i suoi cari (moglie, cinque figli rimasti, infiniti parenti e amici) così nel suo testamento lasciò disposizioni per invogliarli a non lasciarsi mai prendere dallo sconforto e a vivere giosamente la vita; chiese perciò di essere ricordato con il riso o di non essere ricordato affatto nel giorno del suo anniversario di morte e che si leggessero le sue storie più buffe in suo onore.  
Queste commemorazioni ebbero talmente fama di spassose che su grande richiesta vennero  aperte al pubblico e lo sono ancora oggi. 
(FAGR 23-9-19)