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UNO SCULTORE SCANDALOSO MA FORTUNATO 
 
Lo scultore, orafo e scrittore fiorentino Cellino Cellini (1500-1571), uno degli spiriti più inquieti della storia dell'arte, fu autore di parecchi omicidi e  venne condannato spesso all'esilio, ma la condanna più dura che ebbe gli arrivò nel 1557 per una accusa di omossessualità;  anche questa si trasformò in ogni caso presto in 4 anni di arresti domiciliari seppure avesse suscitato grande scandalo a Firenze. 
Alla fine questo artista se la cavava sempre. Egli  nonostante sposato con Piera de' Parigi e con un figlio, convisse per cinque anni con Fernando di Giovanni di Montepulciano, tenendolo a letto come una moglie.  
Se per tutta la vita risultò fortunato di fronte alla giustizia del tempo, a 57 anni si ritrovò comunque a pagare uno scotto amaro per il suo non voler mai seguire né regole né leggi perché gli si impedì di fare ciò che amava di più: scolpire.  
La condanna per omossessualità lo aveva messo in cattiva luce nella corte medicea dove si era rifugiato dopo essere stato cacciato da molte città, così si ritrovò senza poter fare nulla a vedere scultori con meno talento di lui ottenere commissioni dal Granduca di Toscana mentre veniva costretto all'inoperosità. Ma lui non si rassegnò e cercò il successo da un'altra parte diventando un prolifico scrittore e naturalmente riuscì nel suo intento.  
Quando morì lasciò tutti i suoi lavori scultorei al Granduca Francesco I e ciò risultò una mossa astuta perché la sua salma venne dopo posta nella chiesa della S.S. Annunziata a Firenze per la sua gloria e sicuramente con gran sberleffo dei parenti di coloro che aveva ucciso. Se si pensa che le ossa del grande Leonardo da Vinci non si sa più dove siano finite (come del resto anche quelle di Giulio Romano e di altri artisti) e che il povero Caravaggio per una sola condanna all'esilio ne passò di tutti i colori, bisogna ammettere che Cellini fu davvero sempre baciato dalla fortuna. 
 
(FAGR 27-7-19)