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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
UN LIBRO SATIRICO CAMUFFATO 
 
Lo scrittore irlandese Jonathan Swift (1667-1745), fece scuola con il  capolavoro “I viaggi di Gulliver”, un testo in cui mischiò fantasia e una feroce satira contro la società dell'epoca, tuttavia oggi l'opera è relegata alla letteratura per ragazzi, cosa non di sicuro mai stata presente nelle sue intenzioni. 
Swift provò grande disprezzo verso l'ottusità dei contemporanei e in tutti i suoi libri appare una dura critica contro il loro modo di essere.  
Scrivere nascondendosi dietro il mondo fiabesco fu il suo solo modo di sfogare quanto provava verso un mondo stupidamente irrazionale. Lui invece fu un uomo razionale, dotato di un profondo pessimismo che gli impediva di immaginare la possibilità di un mondo migliore perciò si rassegnò a divenire pastore anglicano per pura convenienza. 
Non dedicò quindi mai le sue opere letterarie ai giovani, ma sempre agli adulti, coloro che riteneva la causa di tutti i conflitti, religiosi e politici.  
Egli vide nei posti di potere unicamente dei finti eruditi che gestivano male i sistemi giudiziari e quanto avrebbe potuto rendere la società migliore; ciò lo rese sempre più triste fino a diventare un misantropo in tarda età quando la donna amata morì e la sua malattia, la Sindrome di Menière, si aggravò sempre di più. 
(FAGR 26-5-19) 
Ritratto di Jonathan Swift 
 
(di Charles Jervas)