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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
IL CODEX GIGAS E IL "MISTERO DEMONIACO" 
 
Attorno al Codex Gigas, il più grande manoscritto medioevale esistente al mondo registrato come terminato nel 1229, sono circolate sempre voci inquietanti, anche perché si tratta di un testo contenente una grande illustrazione del demonio che di sicuro mise molta paura agli uomini del passato non abituati a vedere come noi continuamente immagini di gran lunga più spaventose. 
Questo gigantesco codice miniato alla fine venne chiamato “Bibbia del Diavolo” e gli si legò una leggenda che lo vuole terminato in una sola notte da un certo Herman il Recluso, un monaco benedettino di un monastero della Boemia (Repubblica Ceca); nei secoli scorsi si credette che tale monaco avesse stretto un patto con il diavolo pur di creare qualcosa capace di dare gloria al suo monastero; si tratta di una storia alimentata anche dal fatto che la calligrafia del codice sembra la stessa dalla prima all'ultima pagina e non mostra mai cedimenti a causa di malattie o cambiamenti d'umori; ciò destò sospetti superstiziosi perché in genere nei casi di manoscritti di grossi spessori apparivano più mani a scrivere e non c'era  mai la perfezione della prima pagina all'ultima.  
Il Codex Gigas che venne portato come bottino di guerra in Svezia nel 1638 durante la Guerra dei trent'anni (attualmente si trova presso la Biblioteca Nazionale di Stoccolma), si è sempre quindi pensato avvolto da un mistero demoniaco, tuttavia oggi gli esperti valutano possa essere il lavoro di vent'anni di un solo uomo rimasto sempre in buona salute e dello stesso umore. 
 
(FAGR 16-1-17)
Demone illustrato nel Codex Gigas