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RIVISTA DELLA FAGR-Editore
LA TRISTE FINE DEL POETA PERCY BYSSHE SHELLY 
 
Percy Bysshe Shelley (1792-1822), unico erede del baronetto di Castle Goring, appartenne alla seconda generazione di poeti romantici inglesi come i suoi grandi amici  Lord Bayron e John Keats, assunse quasi al ruolo di un mito durante il periodo vittoriano per molti intellettuali al pari di: Dante Gabriele Rossetti, Giacomo Leopardi e perfino Karl Max.  
Egli ebbe in comune con i miti del cinema novecentesco una fine prematura, infatti la goletta con cui stava attraversando la Baia di La Spezia, naufragò e il suo corpo venne ritrovato dieci giorni dopo sulla spiaggia di Viareggio.  
Percy è famoso anche per essere stato il marito di Mary Wollstonecraft, l'autrice di Frankenstein e un tenace sostenitore dell'amore libero, fatto questo che lo cacciò in tanti guai in Inghilterra.  
Questo poeta venne considerato da tutta la Londra ottocentesca di inizio secolo  (compresa la sua aristocratica famiglia), un depravato, inadatto perfino ad allevare i figli ed è per questo che con Mary partì per l'Italia, dove diede poi il meglio di sé nel campo della letteratura. Se Percy per la sua breve esistenza si può definire “sfortunato”, non lo fu di certo in amore, in quanto venne molto amato dalle donne e visse più intensamente di molti altri la sua vita; lui  adorava  parecchio divertirsi ed è per questo che si trovava con un amico al largo del mare di La Spezia: gli piaceva tanto andare per mare con il corrispondente di uno yacht moderno, ma proprio lì, lo attendeva il suo destino. 
 
(FAGR 22-2-17)
Il funerale di Percy Shelley 
 
di Louis Edouard Fournier